Il catcalling in India
Percezione sociale e voglia di cambiamento

Un sondaggio condotto negli USA di qualche anno fa, mise in mostra come, secondo il 20 percento delle persone intervistate, il catcalling fosse una specie di complimento. Un altro 24 percento, invece, non sapeva dire con certezza se si trattasse di un complimento, o di una molestia compiuta soprattutto ai danni delle donne. Forse vi sorprenderà sapere che le persone intervistate per il sondaggio erano sia uomini sia donne, un pool di persone che quindi includeva sia chi agisce il catcalling che chi lo subisce.
Questi risultati ci portano inevitabilmente a riflettere sulla situazione del nostro Paese; abbiamo visto qual è la bussola socio-morale delle persone che abitano in una nazione del cosiddetto primo mondo, ovvero gli Stati Uniti, ma per quanto riguarda le donne di Delhi e Mumbai che si trovano ad affrontare molto spessole molestie sessuali in pubblico, la speranza di un cambiamento è davvero scarsa.
Si stima che l’80-90 percento delle donne che vive a Delhi, a Mumbai e nelle altre principali città indiane abbia ha subito catcalling almeno una volta nella vita. È piuttosto scioccante il modo in cui il catcalling sia a malapena considerato un grave atto di oggettificazione, anzi; viene molto più spesso percepito come un semplice complimento fatto da uno sconosciuto per strada. È proprio questa la ragione per cui, nonostante l’evoluzione dei tempi e dei luoghi, il catcalling si trasforma, ma non scompare mai del tutto.
Un altro sorprendente motivo per cui il catcalling è così diffuso si può rintracciare nei diversi modi in cui molte donne lo percepiscono. Infatti, a quanto si evince da diverse storie ed esperienze personali, molte sono portate a pensare che sia una cosa positiva, perché sarebbe la prova che sono ancora attraenti.
È piuttosto scioccante il modo in cui il catcalling sia a malapena considerato un grave atto di oggettificazione, anzi; viene molto più spesso percepito come un semplice complimento fatto da uno sconosciuto per strada. È proprio questa la ragione per cui, nonostante l'evoluzione dei tempi e dei luoghi, il catcalling si trasforma, ma non scompare mai del tutto.
Prima di spostare la responsabilità del catcalling sulle donne, e quindi sulle vittime, vorrei però riflettere su questo punto ricordando che, nella società patriarcale, il nostro corpo è valido solamente nella misura in cui viene approvato dallo sguardo maschile. Fin dalla tenera età, le donne vengono convinte del fatto che solo un complimento da parte di un uomo possa confermare definitivamente la loro bellezza o abilità, e restano così imprigionate in una continua ricerca di questi complimenti.
Crescendo, le donne continuano a cercare conferme sul valore dei loro corpi, conferme che possono arrivare anche da sconosciuti per strada. È qui che la linea tra oggettificazione e complimento si fa molto sottile.
L’autrice Farida D. scrive: «Il catcalling è uno strumento di dominio, non un complimento»“. Questa definizione è importante perché quest’ambiguo atto patriarcale che può avvenire faccia a faccia sotto forma di una dedica musicale in stile Bollywood fatta da uno sconosciuto o un commento sul come una donna si sia truccata con il kajal, senza quindi assumere i tratti considerati tipici della molestia in pubblico.

Dopotutto, si tratta solo di un altro modo per far sentire gli uomini in diritto di poter commentare i vestiti o il corpo di qualsiasi donna, pur sapendo che potrebbero causare un disagio. Da questa affermazione di potere maschile deriva una specie di piacere sadico
Seguendo le vite della maggior parte delle donne, si nota come il catcalling diventi meno frequente con il passare degli anni. Il patriarcato le costringe a pensare che il catcalling si riduca poiché diventerebbero “meno desiderabili” a causa dell’età, mentre la realtà è che diventando adulte, sono sempre meno ingenue. Per questa ragione le giovani sono un bersaglio facile per le molestie; al contrario, invecchiare rende le donne meno soggette al catcalling, anche se questo triste fenomeno non cessa mai completamente.
Un’analisi critica del catcalling rivelerebbe che, tramite questo atto di oggettificazione, gli uomini affermano il loro potere e il loro diritto non solo sulle donne per strada, ma sulla strada stessa: è come se la possedesseroe ne facessero anche le regole. Nel momento in cui una donna esce di casa e si reca in strada, passa da una zona sicura a una zona dominata dal patriarcato. Il catcalling è perciò non solo una manifestazione di potere basato sul genere, ma anche una dimostrazione di potere esercitato sullo spazio.
Se gli uomini che agiscono il catcalling vivono nell’arrogante convinzione che i loro “complimenti” facciano piacere alle donne e alle altre persone che li subiscono, noi dobbiamo capire la differenza che c’è tra un complimento e una molestia travestita da validazione fatta tramite commenti non richiesti da parte di un estraneo.
Perciò, la voce di chi fa catcalling non dovrebbe mai avere più importanza di quella delle donne per strada e il catcalling dovrebbe essere riconosciuto unicamente come molestia. È di sicuro più facile non curarsi dei “complimenti” ricevuti per strada e semplicemente passare oltre; tuttavia, sarebbe bene non sottovalutare l’aggressore. Un semplice fischio potrebbe trasformarsi in qualcosa di più grave, come stalking o contatto fisico non richiesto, risultando in una minaccia per la sicurezza personale.
Se gli uomini che agiscono il catcalling vivono nell'arrogante convinzione che i loro "complimenti" facciano piacere alle donne e alle altre persone che li subiscono, noi dobbiamo capire la differenza che c'è tra un complimento e una molestia travestita da validazione fatta tramite commenti non richiesti da parte di un estraneo.
Sfortunatamente, il codice penale indiano non definisce il catcalling in maniera specifica. Tuttavia, la sezione 509 indica l’eve-teasing (termine utilizzato in India per indicare le molestie sessuali in pubblico) come offesa punibile. Anche se il catcalling potrebbe non essere sempre a sfondo sessuale come l’eve-teasing, è comunque una molestia che mette le donne a disagio e non le fa sentire sicure quando sono per strada.
Anche gli atti esibizionisti o volgari rivolti verso una donna in pubblico sono considerati catcalling. I responsabili di tali atti dovrebbero venire immediatamente denunciati e possono subire una condanna fino a tre anni, oltre che una multa.
I tempi sono maturi affinché possiamo re-immaginare gli spazi pubblici in un’ottica di genere, in modo che i molestatori smettano di agire il catcalling. Inculcare la paura della punizione e delle sanzioni sociali è assolutamente necessario per modificare questo schema di appropriazione maschile degli spazi pubblici, che porta alla molestia delle donne e delle persone che si identificano in generi marginalizzati.
La traduzione dell’articolo , che potete trovare qui, è stata svolta da Alice Buratto. La versione originale è sulla rivista online Feminism in India.